Che cos’è la Flipped Learning?

Che cosa s’intende per didattica “capovolta”?

Iniziamo dalla storia.

Intorno all’anno 2007 due professori, Jonathan Bergmann e Aaron Sams, iniziano a videoregistrare le loro lezioni di chimica e a pubblicarle su YouTube.

La cosa inizia a prendere piede perché, non solo iniziarono a visionare questi video gli studenti assenti in classe quel giorno (scopo iniziale), ma cominciarono a guardare queste videolezioni moltissimi studenti di altri istituti e così Sams si chiese:

“E se registrassimo in anticipo tutte le lezioni di chimica per consentire agli studenti di visionarle a casa, ottimizzando così il tempo in classe per guidarli attivamente nell’apprendimento dei contenuti?”

Nasce quindi la flipped learning o, per l’appunto, didattica capovolta.

Quello di cui si sono accorti i due docenti è che gli studenti non avessero più bisogno della classica lezione frontale in cui l’insegnante è l’esperto che spiega la lezione, bensì dell’apprendimento attivo a casa attraverso strumenti digitali, così da discutere in classe degli argomenti già trattati e seguire esercizi pratici e laboratori esperienziali per una didattica più inclusiva e meno standardizzata. Lo studente in questo senso diventa il vero e proprio protagonista attivo del processo educativo e pedagogico. Oltre a ciò questo metodo sviluppa l’autonomia, la responsabilizzazione e la gestione del tempo.

Il ruolo dell’insegnante non perde la sua importanza perché la persona docente è insostituibile.

Molti insegnanti utilizzano questa tipologia di didattica già da qualche anno, infatti nel 2014 è nata in Italia l’associazione Flipnet, clicca qui per scoprire di più.

Riguardo questo metodo, secondo il mio punto di vista, sarebbe bene, con le nuove generazioni, insegnare loro la funzionalità e la potenzialità dei social. Creare degli spazi social network in cui, dopo aver studiato, compreso e appreso le lezioni classiche, (storia, scienze, matematica e così via), gli studenti creino dei mini-video sui social network (Instagram o TikTok).

I social network, così, si svilupperanno come delle risorse di apprendimento e di formazione e in questo modo si faciliterà anche la personalizzazione dell’insegnamento da parte dei docenti e si potenzierà il mondo digitale come mondo di crescita sia culturale che sociale.

Sono curiosa di sapere anche il tuo punto di vista: sei pro o contro il digitale? Secondo te è funzionale la flipped learning?

Fammi sapere la tua opinione scrivendo un DM sul mio profilo instagram.
Giulia.

Che cos’è la Flipped Learning?

Che cosa s’intende per didattica “capovolta”?

Iniziamo dalla storia.

Intorno all’anno 2007 due professori, Jonathan Bergmann e Aaron Sams, iniziano a videoregistrare le loro lezioni di chimica e a pubblicarle su YouTube.

La cosa inizia a prendere piede perché, non solo iniziarono a visionare questi video gli studenti assenti in classe quel giorno (scopo iniziale), ma cominciarono a guardare queste videolezioni moltissimi studenti di altri istituti e così Sams si chiese:

“E se registrassimo in anticipo tutte le lezioni di chimica per consentire agli studenti di visionarle a casa, ottimizzando così il tempo in classe per guidarli attivamente nell’apprendimento dei contenuti?”

Nasce quindi la flipped learning o, per l’appunto, didattica capovolta.

Quello di cui si sono accorti i due docenti è che gli studenti non avessero più bisogno della classica lezione frontale in cui l’insegnante è l’esperto che spiega la lezione, bensì dell’apprendimento attivo a casa attraverso strumenti digitali, così da discutere in classe degli argomenti già trattati e seguire esercizi pratici e laboratori esperienziali per una didattica più inclusiva e meno standardizzata. Lo studente in questo senso diventa il vero e proprio protagonista attivo del processo educativo e pedagogico. Oltre a ciò questo metodo sviluppa l’autonomia, la responsabilizzazione e la gestione del tempo.

Il ruolo dell’insegnante non perde la sua importanza perché la persona docente è insostituibile.

Molti insegnanti utilizzano questa tipologia di didattica già da qualche anno, infatti nel 2014 è nata in Italia l’associazione Flipnet, clicca qui per scoprire di più.

Riguardo questo metodo, secondo il mio punto di vista, sarebbe bene, con le nuove generazioni, insegnare loro la funzionalità e la potenzialità dei social. Creare degli spazi social network in cui, dopo aver studiato, compreso e appreso le lezioni classiche, (storia, scienze, matematica e così via), gli studenti creino dei mini-video sui social network (Instagram o TikTok).

I social network, così, si svilupperanno come delle risorse di apprendimento e di formazione e in questo modo si faciliterà anche la personalizzazione dell’insegnamento da parte dei docenti e si potenzierà il mondo digitale come mondo di crescita sia culturale che sociale.

Sono curiosa di sapere anche il tuo punto di vista: sei pro o contro il digitale? Secondo te è funzionale la flipped learning?

Fammi sapere la tua opinione scrivendo un DM sul mio profilo instagram.

Giulia.